La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
si scolorasse nel pallor dei lor visi, o dai delitti di passione affilati, o fatti ottusi da que' di abitùdine. Nè i cìnici motti di alcuno, nè i
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raggio, parve che il càndido volto di Forestina imperlasse ognor più, abbandonata, com'era, sulla spalla di Mario, le molli braccia fluenti. Mario ne
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dividèvano seco l'allegra spensieratezza, per lei sospìrano ora e sògnan di lei. Nè la malinconìa, questa nutrice del bene, questa inevitàbile amica di
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all'industre unione, facciam, (ne è guida cupidigia pazza) fallaci mete a più fallaci campi, seme o pretesto di perpetua lite: onde, votato a morte
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gèmito cupo, e si addentò il pugno, insultando all'inarrivàbile Dio. Tutto avèa egli perduto; i nemici nulla. Se ne scorgèvano, laggiù nella piana, le
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qualche cosa lì presso, il pudore. Nè osàvano pur di contarsi. Poi, quando Aronne, dopo di averli con una ràpida occhiata sorrasi, disse: èccoci tutti
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divisione incominciò e compissi con meno litigi di quanti ne preannunziava. Dal mangiaticcio all'infuori, che si trovò di serbare in comune, il rimanente
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scienza, non hanno se non nuovi conforti alla poesìa, frèmiti e onde, i quali, in chi naque inaccessìbile al sentimento, non sveglierànnosi mai, nè per
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sè stessi, approvàvano a lui. Il tenue suo sagrificio di amore proprio, che gli era, del resto, pagato in tanto favore, salvava il loro; nè la
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mirarti, nè tu mai mi sembravi abbastanza vicino ... eppure! a darti la mano temevo, ma, se la mano posava già nella tua, non più sapevo ritrarla; sò
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castigo; rendèteci la patria nostra! ... Non la chiediamo per noi, che ne siamo indegnìssimi, ma per i nostri figliuoli, che non l'offèsero mai. - I
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quelle selve, che avèano forse addensato su di essi e i loro delitti una fedele ombra; nè più scorgèvano nelle vacue catene che rivarcàvano il mare a
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alla bimba, sulla quale indugiando, sembrava che ne assorbìssero la innocenza e si facèssero, nella gentilezza di lei, viepiù carezzèvoli e miti